mercoledì 25 luglio 2012

TWP - La Vecchia Signora

Essendo che io, quando dico, "Agosto sarà un mese di duro lavoro, la prossima settimana me la prendo di ferie!", rigorosamente l'universo mi si avversa contro, e più che ci credo mentre lo dico, più che mi si avversa, questa prossimasettimana me la sono goduta da una prospettiva tutta speciale e solitamente inesplorata: il letto. Giorno e notte. Senza distinzione tra l'uno e l'altra.

E cosa poteva fare un trentenne del 2012 a letto in piena estate? R. Farsi impossessare dallo spirito-della-vecchia-signora. Così quando il cosmo mi ha concesso un seduto-sul-letto ho deciso (pardon, lo-spirito ha deciso) di portare a termine una delle tante incompiute abbozzate lì dall'alba dei tempi.


L'idea nasce (a parte dalle milioni di immagini viste sul web e dalle mille persone ispiratrici che vi ho già presentato) da questa macchia rossa che vedete in questa foto mal ritoccata scattata in un ambiente che è nei fatti quello che appare: una sinistra caverna. La macchia rossa è un.. boh.. centrino? Chiamiamolo frutto della noia di una giornata uguale a se stessa e a tante altre in quel di Gambarotta in un anno fra gli enta e gli anta anni fa. E per alimentare il disgusting-mood devo ancora, per onore di cronaca, mettervi a conoscenza della traccia biologica che faceva da non-decoro (neanche a volercelo vedere alla Piero Manzoni) fra le maglie della lana.


Comunque, per farla breve, ho preso uno dei famosi lenzuoloni bianchi da corredo del secolo scorso, smacchinato, appuntato il di cui sopra e imbottito. E ora c'è anche lui (...e non ci faccio nulla!)

lunedì 23 luglio 2012

LML- Monterotondo #3

Mi chiedono celerità e stringatezza... vediamo di venire a capo di questa Storia, ma non prometto nulla.

Eravamo fermi sulla porta, giusto?... con il sottoscritto che stava vagamente facendo la figura del matto... Ora non ricordo bene quale fu l'approccio, quali le parole (vabbè "buonasera" senz'altro, in fondo non siam mica a raccontare un incontro ravvicinato del terzo tipo), ma ricordo che la signora dette al mio entusiasmo l'interpretazione più naturale per lei in quel momento "Lei cosa fa... è un fotografo? Questi scatti sono..." ma la sua voce si perdeva nel percorso verso le mie orecchie, concentrato com'ero a trovare un modo per presentarmi "No in realtà sono molto più interessato al luogo che ospita queste foto"... secco con sorriso (un più per il tatto).

Rieccolo. Quello sguardo di... boh.. se dico gelida sorpresa mi capite? Stupore/diffidenza.. non so... Ma in sostanza mi dissi un sonoro "Cretino!"... per quel che ne sapevo potevo avere davanti la curatrice, ideatrice, progenitrice della mostra ed io avevo stroncato sul nascere la narrazione sulla passione più grande della sua vita. In realtà, fortunatamente, ed è bene che lo dica subito, ad un anno di distanza da quell'incontro (ed ora che soprattutto ne sono seguiti altri) posso tranquillamente affermare di aver riletto altre volte, anzi più e più volte, se non tutte le volte quello sguardo negli occhi cerulei della signora. Quindi la mia uscita non fu fuoriluogo... se non nei limiti delle regole di una garbata conversazione.


Forse a questo punto è bene che mi fermi dal raccontare per scene tutti i passi che mi hanno portato a conoscere l'Associazione Culturale Osservatorio di Monterotondo, perché toglierei importanza all'operato della stessa, confondendola tra i miei deliri.

Questo fu un primo incontro. In quell'occasione potei informare la signora di aver conosciuto la Cappella dal pugno di un uomo che l'aveva vissuta un mezzo secolo prima e che stavo lavorando per poter far parlare nuovamente a più persone possibili quei racconti. Lì venni a conoscenza dell'esistenza di una giovane architetto che stava portando avanti da anni un lavoro ben più degno di essere chiamato tale del mio, perché con i suoi studi stava ridando vita al percorso secolare che aveva preceduto i miseri cinquant'anni che avevo tanto a cuore.

Da lì poi, come una serie di pacchi da scartare, scoprii che proprio a un passo da casa mia esisteva un mondo nel quale mi sentivo perfettamente a mio agio. Un gruppo di persone nei cui intenti riconoscevo tanti dei miei. Persone che erano state disposte a sacrificare giorni, soldi, ore di sonno... in cambio della gratificazione di aver annullato i segni del tempo e dell'indifferenza non tanto su delle mura o su dei marmi, quanto su un patrimonio tanto intangibile quanto infinitamente prezioso.


Sic est... non divago oltre. Vi invito a prendere visione del sito, a ritagliarvi il tempo per passare in Cappella il martedì pomeriggio. Vi informerò sui futuri eventi. Voglio un sentito grazie per essermi limitato, perché mi stavo proprio divertendo a trasformare questa storia nella lunga vita di Marianna Ucrìa.

domenica 22 luglio 2012

La domenica al Bar Gambarotta#2

Vi ricordate?

Con un approccio romantico, il bar Gambarotta potrebbe raccontare dell'ardore e della lungimiranza di una famiglia... ma forse anche un po' della sua avidità... o magari potrebbe solamente essere storia di un'esclusione dalla propria comunità dettata da chissà quali motivi ormai sepolti dal tempo... oppure ancora potrebbe testimoniare semplice voglia di riscatto...

Nel dubbio diciamo allora che il Bar Gambarotta è mero cambiamento, dettato soprattutto dal coraggio di pochi montanari che negli anni '30 del novecento, di ritorno dall'Australia, posero il loro avamposto giù, lungo la provinciale che si stende nel suo tratto dolce fra Piazza al Serchio e Sillano, proprio ad un passo dalla curva a gomito prima del ponte che passa sopra al fiume.



Siamo là dove i monti garfagnini oggi cominciano ad essere decisamente sperduti, dove già si respira l'aria delle vette emiliane, e dove allora invece si era già così spersi e chiusi da trovarsi di fatto in un mondo ben definito nei suoi confini. Terra di pastori di pecore, terra di transumanza, di caldo a tratti asfissiante in estate, di umido persistente in autunno e di freddo penetrante in inverno. Terra di sporadiche nevicate, terra di boschi di castagno, di acqua e di terremoti violenti. Una terra, insomma, unica padrona della gente che per secoli l'ha abitata.

Questa terra racconta ancora oggi, ai pochi fortunati che come me ne riscoprono lembi nascosti sotto decenni di polvere, le fortune e i dolori, le soddisfazioni e gli asti, le astuzie e le villanie di famiglie come quella di Giuseppe Dante, nelle quali si perde a ritroso tra le generazioni il momento in cui mariti e mogli cominciarono a portare lo stesso cognome anche prima di sposarsi.



giovedì 19 luglio 2012

New gadget on cijecam re-design!

Da oggi fino ad ottobre avrete la grande opportunità di cliccare su questo bottone nella colonna di destra del mio blog per accedere direttamente alla pagina del 6° Censimento dei Luoghi del Cuore del FAI, Fondo Ambiente Italiano e contribuire alla continuazione di una delle tante Storie che ci appassionano!


Mi raccomando..... fate ammodino ;)

mercoledì 18 luglio 2012

TWP - Finalmente! E 1...

Accumuli una vita senza sapere il perché. Conservi di tutto, ti mantieni forte per non valicare quel sottile confine che segna l'inizio della patologia... ogni tanto ti scoraggi e cedi al downshifting. Poi arrivano momenti come questi, in cui Costanza e Federico (il grafico, fra le altre cose, del blog Family Tester di CasaFacile) danno senso e compimento a questa ricerca di anni.

La loro splendida casa [segue... ] necessitava di un mobile per l'ingresso. Costanza e Federico, che avevano le idee più che chiare su quello che stavano cercando, mi girarono questa splendida board di pinterest. La aprii e fu il catartico momento rivelatore: adesso mi spiegavo perché, quando demolimmo il pollaio (35 metri quadri di pollaio!), decisi che avrei dovuto accatastare in un campo tutta la legna derivata... ("prima o poi potrebbe servire").


Cominciarono così una serie di giornate di selezione e catalogazione del materiale, anche nella speranza (insoddisfatta) di rinverdire il settore "da bruciare". Presi con me una rappresentanza del "lo salvo" e cominciai, scrutandola, a pensare. Con una board e con della legna così fu subito chiara una cosa: non potevo fare un solo mobile. Questo pezzo è perfetto per questo, ma con questo viene benissimo quest'altro. E così identificai 4 assi di legno, le più divorate dal tempo e da chissà quali coleotteri, e carta e penna alla mano iniziai a costruirci un mobile intorno.

Il risultato, non so, mi lasciò un po' così... era forse troppo grezzo? Il dubbio durò il tempo di un lampo. L'entusiasmo dei futuri proprietari fugò ogni incertezza. Ma poi vogliamo parlare della soddisfazione di aver dato fondo a tutte quelle viti/vitine/bullette meticolosamente conservate? Alle zampe di due tipi, ciascuna con la sua storia da raccontare? All'aver progettato in modo che quel pezzo di legno conservasse anche la cerniera rugginosa che aveva inchiodata? Insomma... voi cosa mi dite?








 



lunedì 16 luglio 2012

LML - Monterotondo #2

Passarono gli anni, dicevo, fino a quando questo luogo non ci mise lo zampino: strana ironia nel suo fare da tramite! Fu forse una sorta di riscatto: la sua nascita, di fatto, aveva decretato la morte della sua centenaria parente e dopo 40 anni evidentemente ancora non se lo perdonava.

Cerco di farvi capire: ormai conoscete la mia passione per le storie che sanno raccontare certi luoghi ed oggetti e sapete come non posso fare a meno di immergermi completamente in ogni singolo pezzo di carta ingiallito. Una contingenza di eventi mi fece il regalo di avere per le mani tutta la storia (breve ma intensa), segnata lì, su carta e muffa della chiesa di Collinaia. Appresi il ruolo fondamentale, l'impulso generatore di tutto il percorso, che ebbe la Cappella di Scafurno e decisi di farvi nuovamente un salto, dopo qualche anno, un po' come tributo, un po' per rubarle qualche scatto.


Galeotta fu la macchina fotografica. Quel giorno, per la prima volta, il cancello in ferro ed il portone in legno della piccola chiesa erano aperti! Al suo interno una mostra di immagini di Berlino e sulla porta una signora garbata e tremendamente coinvolta in quello che stava facendo. Tutt'uno con gli intonaci, gli infissi, i marmi, si faceva con la sua presenza come braccio animato per la Cappella e cercava di accogliere e coinvolgere i passanti. Non era un chiamare con la voce, non era un intercettare. Era più un far sentire la sua traboccante voglia di condividere con gli altri tutto ciò che di positivo aveva scaturito in lei l'incontro con quel luogo.

Mi avvicinai con un sorriso stampato sul volto ed un'espressione che non so tradurre in parole, come se finalmente dopo 40 anni avessi nuovamente incontrato un lontano parente che aveva trascorso la sua vita in una località irraggiungibile. Con gli occhi mi guardavo intorno come se cercassi nei dettagli dei ricordi da ripescare nella mia memoria. Di fatto però con il parente in questione io non avevo mai dialogato prima di allora, ed imputai a questo mio strano atteggiamento quella sorta di espressione di diffidente sorpresa (ma forse vorrei dire di vagamente preoccupato stupore) che subito lessi nello sguardo della signora sulla porta.


... e siccome l'estate è tempo di racconti sotto l'ombrellone... 

mercoledì 11 luglio 2012

T-month!-P - Fascicolo Cijecam

Piccola variante: this MONTH project! Vi avevo anticipato che c'erano in ballo grandi cose! E così oggi mi sono ritrovato per le mani un Fascicolo Cijecam re-design che fortunatamente non è stato aperto da qualche Procura! :)


E -nota a margine- odio questo nuovo font del titolo automaticamente impostomi da blogger.

lunedì 9 luglio 2012

LML - Di luoghi, passioni e incontri: l'Associazione Culturale Osservatorio di Monterotondo #1

Ieri sera sono stato ad un concerto di fiati. Beh... sì, credo si chiamino così: c'erano tre trombe ed un trombone. Tre ragazzi ed un'insegnante del Conservatorio "G. Frescobaldi di Ferrara. Il "Ballo del Granduca" mi ha così piacevolmente sorpreso! Da totale profano del genere mi aspettavo qualcosa di difficilmente comprensibile. Ed invece un trasporto ed una godibilità unica! L'ennesima testimonianza che quando la passione che anima le persone è traboccante, beh, non c'è sordo che non riesca a sentire.

L'occasione e questo breve preambolo mi servono da cappello per introdurre delle persone ed un luogo eccezionali che hanno fatto da cornice a questo evento: l'Associazione Culturale Osservatorio di Monterotondo e la sua splendida "casa", la Cappella Calamai di Monterotondo. Delle persone ed un luogo che senz'ombra di dubbio esistono le une in funzione dell'altro: l'Associazione nasce ed esiste da un impulso che trova vigore nella Cappella e la Cappella è sopravvissuta e vive grazie al respiro dell'Associazione.
Incontrai la Cappella di Monterotondo Scafurno direi per caso, un giorno, di passaggio su una strada per la quale è impossibile essere di passaggio. La incontrai come un miraggio, bella e restaurata, proiettata in un contesto tanto eccezionale quanto degradato che è la tenuta Maurogordato, una emergenza storica testimone del bellissimo passato della città di Livorno, trasformata oggi in una mera emergenza punto.

Com'era possibile che nella mia città qualcuno investisse in un luogo completamente sventrato, svilito e ucciso da decenni di volgarità ed incuria? La domanda rimase lì, aperta, perché il caso aveva deciso che non era quello il momento per trovare risposta. Passai altre volte ma la porta era sempre chiusa e la Cappella pareva inanimata. L'ipotesi che l'edificio fosse stato proiettato lì da qualcuno di esterno che sperava di far breccia nell'indifferenza dei passanti prendeva sempre più piede (c'è chi lancia un sassolino e chi lancia una Cappella settecentesca).

Passarono gli anni (e per voi che mi leggete un'altra settimana... il tempo è tiranno...a lunedì prossimo!)

domenica 8 luglio 2012

ALLA FACCIA DEL VINTAGE


ADORABILE!
Alla faccia di Padre Pio cangiante che diventa Cristo-e-la-Madonna! E posso anche vantare una Madonna di Locarno che si illumina al buio e una grotta di Lourdes in plastica con carillon dell'Ave Maria incorporato!